L'isola del silenzio by Horacio Verbitsky

L'isola del silenzio by Horacio Verbitsky

autore:Horacio Verbitsky [Verbitsky, Horacio]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2016-07-08T16:00:00+00:00


L'arma segreta

Graciela Daleo partì in aereo per il Venezuela il 20 aprile 1979. Dieci giorni dopo, il suo posto alla ESMA fu preso da Thelma Dorothy Jara de Cabezas.

Nella ricerca del figlio Gustavo, sequestrato tre anni prima,205 Thelma Jara arrivò a diventare segretaria della prima "Commissione dei familiari di detenuti-desaparecidos per ragioni politiche". Insieme ad altre madri viaggiò a Madrid e a Roma. Cercavano di prendere contatti con la Chiesa cattolica e con le chiese evangeliche. Di lì andò in Messico per ottenere udienza presso papa Giovanni Paolo II, che tra il gennaio e il febbraio del 1979 presenziò alla Terza Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano a Puebla de los Àngeles. Non riuscì ad avere udienza e di ritorno a Buenos Aires fu sequestrata.

Alle otto e mezza della sera del 30 aprile 1979 uscì dall'Hospital Espafiol, dove il marito era agonizzante. Un'auto bianca le si accostò con lo sportello posteriore aperto. Quando si accorse di quel dettaglio, una mano le tappò la bocca e la trascinò nell'abitacolo. La misero sul pavimento della macchina, la ammanettarono e le infilarono un cappuccio. Quando glielo tolsero si trovava nella Scuola di meccanica della Marina. A suon di ceffoni prima e con la picana poi, le chiesero dei suoi viaggi a Roma e in Messico e dei suoi contatti in quei luoghi.206

La struttura della ESMA addetta all'intelligence si era infiltrata nelle associazioni di solidarietà con i desaparecidos. L'8 dicembre 1977 diverse madri furono sequestrate nella chiesa di Santa Cruz, dove si riunivano. Tra loro la prima presidentessa, Azucena Villaflor.207

Alla ESMA, Thelma Jara venne a sapere che l'infiltrata era una dei membri della Commissione dei familiari, Julia Sarmiento.208 Il capo del reparto speciale, il capitano di fregata Jorge Acosta, temeva che i familiari l'avessero individuata e tentò di infiltrare un'altra persona nella delegazione delle madri in Messico. A tal fine fece pressione su una delle sequestrate. Voleva che la madre di questa persona si aggregasse alla delegazione. Ma la donna rifiutò, e ciononostante fu lasciata in vita. Un fratello di Acosta, maggiore dell'Esercito, era stato fidanzato con la prigioniera. Perciò Acosta lo incaricò di occuparsi del processo di rieducazione della donna. Il maggiore la obbligava a mantenere rapporti sessuali con lui, come prova di aver preso la via del recupero.209 Thelma Jara venne inoltre a sapere nella ESMA che alcuni membri del reparto speciale si erano imbarcati sui suoi stessi voli per seguirla in Messico e in Italia.210

Uno degli ufficiali che la torturò, Ricardo Miguel Cavallo, era responsabile della riabilitazione di un gruppo di prigionieri. Le propose un patto: se avesse accettato di scrivere e firmare delle false lettere, avrebbero smesso di tormentarla e le avrebbero risparmiato la vita. Il suo argomento era rafforzato dall'informazione che Thelma Jara aveva rivelato al tavolo di tortura e che il reparto speciale voleva render pubblica. Alla madre scrisse che era fuggita in Uruguay perché ricercata come appartenente ai Montoneros. Altre lettere furono indirizzate a Videla, al cardinal Aramburu, ai presidenti di Francia e Italia, a vari organismi di difesa dei diritti umani.



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